Che tipo di alimentazione è appropriata per una persona disfagica

La disfagia, cioè la difficoltà a deglutire, è un disturbo collegato a patologie come Parkinson, sclerosi multipla e SLA; in generale, i casi di disfagia tendono ad aumentare parallelamente all’invecchiamento, a causa di malattie quali ictus, tumori o problemi legati all’apparato digestivo.

Di fronte alla difficoltà – o, a volte, all’impossibilità – di deglutire i cibi solidi, occorre studiare una dieta ad hoc, con l’aiuto di professionisti qualificati, che saranno in grado di mettere a punto un regime alimentare nell’ambito del quale la consistenza del cibo cambia a seconda delle capacità del paziente.

Non bisogna infatti dimenticare che trascurare un disturbo come la disfagia può comportare non solo carenze nutrizionali (se un cibo non si riesce a deglutire, si scarta dalla dieta nonostante abbia proprietà nutritive fondamentali per la salute dell’organismo) ma anche eventuali complicazioni.

Disfagia: come alimentarsi?

La disfagia può riguardare la difficoltà nella deglutizione di cibi solidi e di liquidi. Nel primo caso, con l’ausilio degli specialisti, si potrà studiare una dieta composta perlopiù di alimenti con consistenza morbida e cremosa, come purè di patate, creme e vellutate e yogurt: questi alimenti non richiedono la fase masticatoria e la manipolazione orale del cibo, facilitando quindi il transito in faringe; da evitare, invece, gli alimenti in cui è prevista una commistione tra consistenza solida e liquida, come per esempio la pastina in brodo.

Rispetto, invece, alla disfagia collegata alla difficoltà di deglutizione dei liquidi, rivolgendosi a professionisti specializzati sarà possibile adottare un’alimentazione che prevede l’aggiunta di acqua gelificata e polveri addensanti, in modo da poter trasformare i liquidi – sia caldi che freddi – in cibi densi, facilitandone la deglutizione da parte del paziente disfagico.

Disfagia: cosa mangiare

Posta la necessità di alimentarsi con cibi di consistenza semisolida o semiliquida, a seconda delle necessità, per quanto riguarda che tipo di alimentazione è più appropriata per una persona disfagica, gli esperti del settore raccomandano quali sono i cibi da evitare e quali, invece, quelli da prediligere.

Rispetto ai primi, il paziente disfagico deve evitare alimenti in polvere, come cacao e cannella, friabili, come per esempio i crackers, e appiccicosi, come possono essere gli gnocchi, che aderiscono al palato. Promossi, invece, i cibi dalla consistenza morbida e cremosa, sia dolci che salati: via libera dunque a yogurt, mousse e frullati, così come a polpette e hamburger. E per chi ama finire il pasto con un dessert, budini, gelati e semifreddi rappresentano la scelta ideale.

Disfagia: i cibi da evitare

Dal momento che la disfagia comporta seri problemi per chi ne soffre, è importante sapere quali cibi eliminare completamente dalla tavola di un paziente disfagico, anche se si tratta di alimenti sani ed equilibrati dal punto di vista nutrizionale. Per esempio, un piatto come il minestrone, che presenta una doppia consistenza, avendo una parte liquida di brodo ma anche le verdure in pezzi, può rivelarsi molto pericoloso per una persona affetta da disfagia, così come cibi generalmente considerati salutari quali riso, legumi interi, frutta secca o anche la frutta fresca che contiene piccoli semi, come possono essere i lamponi o il melograno.

Da evitare anche gli alimenti dalla consistenza filante, come i formaggi cotti, così come crackers, grissini e persino il pane. Attenzione anche a un cibo che, a prima vista, potrebbe essere invece adatto a chi soffre di disfagia, e cioè il gelato: benché la consistenza di questo alimento sia effettivamente indicata per le persone che presentano una difficoltà di deglutizione, occorre però prestare attenzione a eventuali aggiunte, come pezzi di nocciole, canditi o scaglie di cioccolato, che potrebbero trasformare questo sfizioso dolce in un vero e proprio nemico per i pazienti disfagici.

Essere affetti da disfagia non significa comunque dover fare troppe rinunce a tavola. Per esempio, si possono sostituire cibi come pasta, riso o pane con patate lesse, semolino o crema di riso; invece, della bistecca alla griglia ci si può preparare un hamburger o delle sfiziose polpette e come alternativa al formaggio stagionato si può optare per uno cremoso. Allo stesso modo, la frutta può essere consumata frullata o in mousse, mentre chi non vuole rinunciare al dessert può orientarsi in direzione di budini, semifreddi e dolci al cucchiaio. 

Anche adottando queste raccomandazioni, è possibile che a seguito della diagnosi di disfagia il peso corporeo del paziente cali sensibilmente. In questo caso diventa quindi necessario seguire un regime di dieta specifico. 

Anche se ci sono numerosi alimenti che non potranno più comparire sulla tavola di un paziente affetto da disfagia, con qualche piccolo accorgimento è possibile ovviare al problema e alimentarsi con gusto ed equilibrio. 

Disfagia: come alimentarsi adottando buone abitudini

Al paziente disfagico si suggerisce di adottare alcuni accorgimenti utili che, insieme a una dieta dedicata, possono contribuire ad alleviare il disturbo, evitando l’insorgere di ulteriori complicazioni. Tra questi, per esempio, mangiare in posizione seduta, masticando lentamente, effettuare alcuni leggeri colpi di tosse per sincerarsi che non vi sia cibo residuo in gola e mantenere una buona igiene orale rappresentano buone pratiche che possono migliorare la qualità della vita di una persona disfagica.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la nutrizione: una persona che presenta difficoltà di deglutizione spesso cade nel rischio di essere malnutrita. Le cause possono riguardare la mancanza di piacere a deglutire gli stessi cibi, ma anche la fatica durante i pasti.

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